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Messaggio Da Salukkio Ven 27 Feb 2009 - 18:00

Parto io consigliandovi questo album:

RöYKSOPP "The Understanding"

(2005 - Electro-Pop)


Consigli per gli acquisti Royksopp_6507


TRACKLIST



  1. Triumphant
  2. Only This Moment
  3. 49 Percent
  4. Sombre Detune
  5. Follow My Ruin
  6. Beautiful Day Without You
  7. What Else Is There?
  8. Circuit Breaker
  9. Alpha Male
  10. Someone Like Me
  11. Dead To The World
  12. Tristesse Globale


Only this moment : estate languida di dolci armonie, estate di colori, estate spensierata, estate radiofonica che suona canzoni bruciate dal sole, che la notte fa echeggiare appena in lontananza.
Colonna sonora di riviere di giorno stipate, piccoli deserti sabbiosi la notte.
E ancora amori e ricordi d'amori veri o presunti, specchiati nei contrasti d'allegria dolceamara e nei sommessi turbamenti, nostalgie del non vissuto e del quasi vissuto che s'amplificano e che rinascono fra le braccia di una canzone: la sola che, trattenendo immagini e sapori, rimane infine nel ricordo, col mare come unico leit-motiv.

"Only This Moment" è tutto questo, ma è soprattutto il singolo di "The Understanding", un disco estivo, anzi il disco estivo che immortala in dodici momenti gli alchemici chiaroscuri di foto marittime ritoccate al laptop, raccogliendole nell'album dei ricordi che verranno, insieme con tutto l'immaginario che la stagione evoca.
Non è banale per una band che fa il botto in modo così deflagrante al primo tentativo presentarsi alla seconda prova con le idee chiare.
Con un disco come "Melody A.M" sulle spalle, che porta con sé il peso di quasi un milione di copie vendute, la tentazione di rifare il medesimo album può essere alta, almeno quanto quella di prenderne schizofrenicamente le distanze; e invece i Röyksopp risolvono il rompicapo col talento dei musicisti consumati, emancipandosi dalle ingombranti attese senza con ciò smarrire una sfrontatezza indie perfettamente a suo agio nei salotti buoni del mainstream.
Se il debut album aveva dalla sua tre singoli forti, delegando il resto a frastagliati ambientalismi dal sapore nordico, il suo successore non solo vira verso le canzoni, ma lo fa sposando climi ben più temperati, aggiornando, di fatto, l'estetica dell'europop, che nella scuola scandinava ha da sempre degli esponenti d'eccellenza.

"The Understanding" è insieme giorno e notte, è una selva boreale che si scalda nei dolci climi delle isole mediterranee, è l'incontro tra profumate sinfonie strumentali (il valzer per sintetizzatori "Triumphant", che apre l'album), o tese progressioni notturne (un altro stupendo strumentale, la mini suite "Alpha Male"), ed esplosivi clangori spiaggistici, siano essi quelli di "Follow My Ruin", griffato dance-pop che Bryan Ferry non scrive da quasi un ventennio, o di "49 Percent", canzone dall'anima black e dai connotati house intepretata da Chelonis R Jones dei Get Physical.
Se si eccettua ancora l'estasiante e cristallina "What Else Is There?", cantata da una sensuale Karin Dreijer degli svedesi Knife, qui a metà strada fra una Bjork in versione balneare e una Cindy Lauper d'annata, a sorprendere sono proprio le voci di Torbjørn Brundtland e Svein Berge, che prendono in mano le restanti parti vocali con esiti a dir poco brillanti, senza ricorrere a nomi cool, come fu quello di Erlend Øye dei Kings Of Convenience in "Melody A.M".
Dal lungomare ventoso giungono le malinconiche e incantate solitudini di "A Beautiful Day Without You", che col suo synth-pop a mezza voce, da stretta al cuore, conduce a vette di melodismo da far invidia ai maestri Pet Shop Boys, mentre le strobo di una discoteca all'aperto tolgono il sonno con cascate di sinuosità a dosi crescenti di bpm in "Circuit Breaker", e il contrappunto cantato al femminile ci resta incollato addosso, irrimediabilmente (la voce di supporto appartiene a Kate Havnevik, che la presta anche in "Only This Moment").
Se "Someone Like Me" può richiamare le atmosfere familiari agli Air di "Talkie Walkie", riuscendo tuttavia a uscire dall'impasse declinando nel più raffinato dei funky, è la notte dondolante, onirica e stellata a lasciarci in eredità la chiusura di "Dead To The World" e di "Tristesse Globale", la degna uscita di scena per un sogno a occhi aperti.


Ultima modifica di Salukkio il Mar 17 Mar 2009 - 20:51 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Ospite Mar 3 Mar 2009 - 13:33


io consiglierie questo

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Messaggio Da David_jcd Mar 3 Mar 2009 - 14:35

moris77 ha scritto:
io consiglierie questo
Questo filmato è mitico! Quando l'ho visto mi sono piegato, poi la cantante è convintissima!
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Messaggio Da Ospite Mar 3 Mar 2009 - 15:03

scusata ma cosa ci quaglia con i Consigli per gli acquisti???

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Messaggio Da Ospite Mar 3 Mar 2009 - 15:42

David_jcd ha scritto:C'entra che se la suddetta decidesse di incidere un disco (a meno che non l'abbia già fatto), Moris lo consiglierebbe.


pale pale pale

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Messaggio Da Salukkio Mar 3 Mar 2009 - 18:43

questa me la ricordo! non so dove ma l'han passata in qlk trasmissione
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Messaggio Da fux70 Mar 3 Mar 2009 - 20:34

David_jcd ha scritto:C'entra che se la suddetta decidesse di incidere un disco (a meno che non l'abbia già fatto), Moris lo consiglierebbe.

allora se deve incidere deve farlo assolutamente con questo Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing

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Messaggio Da Salukkio Mar 17 Mar 2009 - 20:53

Oggi vi propongo quello che per il sottoscritto, rimane l'album più bello di tutti i tempi:


RADIOHEAD - Ok Computer
(1997 - Pop-Rock)




Consigli per gli acquisti Okcomputer


TRACKLIST

Airbag
Paranoid Android
Subterranean homesick alien
Exit music (for a film)
Let down
Karma police
Filter happier
Electioneering
Climbing up the walls
No surprises
Lucky
The tourist


Quando nel 1997 esce "Ok Computer", i Radiohead sono considerati a pieno titolo una band di brit-pop. In effetti, dopo l'intimista e quasi totalmente acustico "The Bends", la band di Oxford si è qualificata come capofila di questo filone della musica britannica in cui l'ispirazione alle melodie degli Smiths sorregge interi album, a volte in maniera monotona (Oasis, Blur).
Ma i Radiohead sono stanchi di questo ruolo. Per molti sono solo "quelli di "Creep", inno adolescenziale che nel 1993 li ha lanciati sulla scena. È giunto il momento di cambiare, e "Ok Computer" segna una svolta non da poco nella musica dei Radiohead, non una cesura con il recente passato ma un graduale avvicinamento a stili sonori totalmente diversi da quelli di "The Bends". Si affina così il lavoro in studio. "Avevamo ascoltato Ennio Morricone, i Can e un sacco di roba caratterizzata da un abuso di tecniche di studio. Volevamo provare anche noi", spiegò all'epoca Thom Yorke.

Apre il disco "Airbag". Un riff di chitarra bruciante, un arpeggio nascosto e una batteria che entra da schiacciasassi. Su questo mix esplosivo, in totale contrapposizione, la voce cantilenante di Yorke, che parla della sua paura atroce verso le automobili. "Airbag" è un pezzo molto curato nell'arrangiamento, con il basso e la batteria in ritmi sincopati e l'arricchimento di un violoncello a doppiare il riff portante della chitarra. Il gioco tra basso e batteria continua in crescendo, fino al liberatorio accordo finale; infine, quattro piccoli "bip" introducono il capolavoro del disco. "Paranoid Android" è il primo singolo estratto dell'album, dura quasi 6 minuti e mezzo ed è accompagnato da un video surrealissimo: facile capire perché MTV non l'abbia passato neanche una volta. Paranoid Android è un pezzo favoloso, diviso in tre movimenti a cui si aggiunge l'esplosione finale. Il testo è disperato e critico verso la generazione degli anni 80, gli yuppies cocainomani e "little piggy". Ma le liriche dei Radiohead sono spesso difficili da interpretare…molto più espressiva è la loro musica: la prima parte è costituita da delicati accordi sospesi su cui di tanto in tanto si innestano delle linee di basso originali e fantasiose, mentre l'alternanza di 4/4 e 7/4 della parte centrale offre alla chitarra aggressiva di Jonny Greenwood terreno fertile per un assolo bellissimo e spaziale. Proprio con l'assolo si passa alla sezione più triste del brano, con una sequenza di accordi discendenti che il falsetto di Yorke valorizza al massimo. In un crescendo di disagio e desolazione, il trascinato e laconico verso "God loves his children, yeah" spiana la strada all'esplosione sonora finale, che lascia completamente atterriti.

L'unico modo per uscire dalla claustrofobica "Paranoid Android" è il geniale arpeggio iniziale di "Subterranean Homesick Alien" (che richiama nel titolo un vecchio successo di Bob Dylan, "Subterranean Homesick Blues"). È su questa dolce e malinconica melodia che viene sviluppato il concetto di alienazione, predominante in tutto "Ok Computer". Questo è l'unico pezzo che può logicamente seguire "Paranoid Android" e nel contempo preparare il terreno a "Exit Music (For a film)", uno dei vertici massimi dell'intera carriera della band.
Partendo da un lento, ossessivo accordo acustico di Si minore, "Exit Music (For A Film) racchiude in sé la melodia tristissima di Yorke, che declama una vera e propria poesia, culminante nella voce tremolante dell'ultimo verso ("we hope that you choke").

A questo punto qualsiasi disco potrebbe considerarsi concluso, ma dopo sole 4 tracce ciò non è possibile (Anni 70, dove siete?!). Per attenuare il clima da funerale parte "Let Down", eterea canzonetta brit-pop, dolce e malinconica, che cela un arrangiamento d'autore, specialmente nei cori e nelle frasi chitarristiche.
Un barlume di elettronica introduce "Karma Police", forse il brano più noto al grande pubblico del gruppo. E' una classica melodia orecchiabile sulla quale viene descritta, ancora una volta, la depressione cronica degli alieni Radiohead ("For a minute there I lost myself"). Un gradito calo di tensione, con un testo fortemente ironico, indirizzato agli allarmisti che non esitano a chiamare le forze dell'ordine per reati abbastanza inusuali come "portare i capelli alla Hitler" oppure "ronzare come un frigorifero". È la canzone più "beatlesiana" dell'album, e al contempo lo spartiacque tra le due parti del disco. Infatti, dopo i suggerimenti robotici di "Filter happier", critica all'utopia dell'uomo perfetto, si apre la sezione più sperimentale dell'album.

"Electioneering", l'episodio più violento del disco nonché un brano fortemente politico: Yorke si scaglia contro le false promesse dei candidati in campagna elettorale, puntualmente non rispettate una volta al potere. Segue "Climbing up the walls", un rock lento e dilaniato da notte di plenilunio, in cui distorsioni noise fanno da scudo a una voce impaurita ed a percussioni arrabbiate in lontananza.
Il contrasto che i Radiohead creano tra "Climbing.." e il pezzo successivo è sbalorditivo. Un carillon. Un arpeggio da ninna-nanna. Questo è l'inizio della xilofonica "No Surprises", un brano dolcissimo e stranamente positivista, ma in cui la voce di Yorke riesce a mostrarsi ancora insicura e malcelatamente triste. Tutto in "OK Computer" è ciclico. "No surprises" riprende il filo di "Let down", nascondendosi dietro paesaggi musicali da zecchino d'oro.

Nel finale dell'album, i Radiohead non mancano di rammentarci le difficoltà della vita in "Lucky" e "The Tourist". La prima, ideale continuazione di "Exit Music (For A Film)", ricama splendide armonie di ispirazione blues sulle quali la voce di Yorke, dolce e triste al tempo stesso, si conferma straordinariamente espressiva. Il tema di "Lucky" è l'amore, e il tutto è impreziosito da coretti alla Pink Floyd e soli di chitarra alla Gilmour.
"The Tourist", invece, scritta da Johnny Greenwood, è l'ultima tappa di un fantastico viaggio nei meandri della malinconia, summa ideale dell'intero lavoro. Il cantato è lento e trascinato (del resto "slow down" esclama Yorke), in un clima da dilatazione spaziale circondato da una splendida batteria jazzy in 3/4.

"Ok Computer" è l'ultimo disco dei Radiohead prima della svolta elettronica di "Kid A / Amnesiac", un disco di canzoni venate da una malinconia di fondo quasi disarmante, leggero e duro, e nel contempo straordinariamente e semplicemente bello.
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